Nello scorso mese di giugno Maurizio e Clelia (Presidente e Vicepresidente della nostra Associazione) sono stati in visita a Casa della Carità per incontrare don Colmegna e i suoi collaboratori, per un momento di rinnovata amicizia e per avere aggiornamenti su Casa Francesco e i ragazzi che la abitano. Nella sua introduzione all’incontro don Colmegna ha rimarcato come il nostro progetto sia per Casa della Carità uno dei servizi più emblematici della missione, degli scopi e delle modalità di intervento che perseguono.
Maurizio Azzolini (Direttore Generale), Bianca Rizzo (Responsabile Comunicazione e FundRaising) e Giovanna Calandrino ci hanno aggiornato sulla situazione attuale della comunità Casa Francesco. Il progetto di accoglienza ha lo scopo di accompagnare quanti più immigrati minori non accompagnati sia possibile in un percorso serio di vita nel nostro paese, assicurando un inserimento reale e pieno nella nostra comunità civile, dando così un esempio concreto di integrazione attiva.
Diversi ragazzi sono già passati per Casa Francesco, che attualmente ospita 7 giovani provenienti dall’Albania, dal Bangladesh e dal Pakistan. In alcuni casi i ragazzi asiatici provengono da storie terribili di faide familiari e si sono rifugiati in Italia per ricostruirsi una vita; restano in contatto con le proprie famiglie di origine, ma sentono fortemente la speranza di una vita nuova nel nostro paese.
Sotto il profilo strutturale Casa Francesco sta subendo qualche aggiustamento; è stato deciso di riorganizzare gli spazi dei due appartamenti affinché ciascuno abbia la propria indipendenza e servizi (in particolare creando due cucine in sostituzione dell’unica attuale). Questo nuovo modello dovrebbe favorire maggiormente l’integrazione dei giovani e soprattutto permettere di differenziare i servizi in funzione dei bisogni. Per darvi un’idea di quanto siano curati i servizi di assistenza basti pensare che all’interno di Casa Francesco operano cinque educatori e due tutor notturni, che restano con gli ospiti ogni notte.
In chiusura del nostro incontro, gli amici di Casa della Carità ci hanno illustrato gli interventi sostenuti per l’accoglienza dei profughi ucraini, ai quali ha contribuito anche la nostra Associazione. Quaranta ucraini sono oggi ospitati in una struttura in concessione, composta da quattro unità abitative per dieci persone ciascuna. Alla sistemazione di questi spazi, in particolare per quanto riguarda gli arredi, hanno contribuito diverse aziende (quali MediaWorld, Euronics, etc.) con la messa a disposizione di beni materiali e tecnici, questi ultimi in particolare da parte di Ikea.
Allo stesso tempo, grande attenzione è rivolta alla tragedia – per i più dimenticata – degli esuli afghani: in 32 hanno trovato rifugio presso Casa della Carità per cercare di rifarsi un’esistenza dopo la presa di potere talebana dello scorso anno. Si tratta spesso di persone appartenenti alla medio-alta borghesia del paese, che hanno dovuto precipitosamente lasciare le loro terre e sono alla ricerca di un futuro.
Siamo davvero felici di accompagnare con il nostro impegno una testimonianza così grande e così bella!